Legno listrato di mogano in parte intagliato, tinto nero e dorato, applicazioni d metallo dorato
Misure cm 91 x 142 x 65
Le fioriere risultano registrate nella “continuazione” dell’inventario dei mobili di Palazzo Pitti, redatto a partire dal 1819, dopo altre due uguali n. 9374, cosi descritte:
“due consol a giardiniera di magogan a mezzo tondo con 4 piedi per ciascuno, con teste e diversi intagli di bronzo dorato, con anima di rame da incassare stagnata con tre maniglie di metallo dorato, tinta per di sotto bronzo e oro con valvola, e presa di metallo suddetto per levare l’acqua”.
I mobili, in origine, facevano dunque parte di un gruppo di quattro esemplari di cui due si conservano nel Musee Massena di Nizza.
Eseguite su commissione dell’arciduca Leopoldo dall’ebanista Colzi entro il novembre del 1820, le fioriere si ornano in oltre dei bronzi dorati cesellati da Andrea Fondelli e degli intagli realizzati da Paolo Sani e dorati da Gaetano Stradi
Misure cm 91 x 142 x 65
![Coppia di Fioriere Giuseppe Colzi](https://www.beneforti.it/wp-content/uploads/2024/01/prima-a-4-PhotoRoom-300x208.jpg)
prima del restauro
![Coppia di Fioriere Giuseppe Colzi 1820](https://www.beneforti.it/wp-content/uploads/2024/01/B-prima-5-PhotoRoom-300x228.jpg)
prima del restauro
![Coppia di Fioriere Giuseppe Colzi 1820](https://www.beneforti.it/wp-content/uploads/2024/01/B-Senza-titolo-3-PhotoRoom-300x226.jpg)
dopo la pulitura
![legno intagliato e dorato](https://www.beneforti.it/wp-content/uploads/2024/01/Senza-titolo-6-300x245.jpg)
legno intagliato e dorato
OSSERVAZIONI PRELIMINARI
Ad una prima analisi visiva le opere si trovano in un discreto stato di conservazione, la vernice risulta fortemente ossidata, mentre si evidenzia un abbassamento di intensità delle
superfici ebanizzate a causa della esposzione dei raggi ultravioletti.
La listratura presenta numerosi sollevamenti.
Si evidenziano attaccati attivi di insetti xilofagi, fori di sfarfallamento e fessurazioni causate dalle galleria degli insetti oltre a graffi e abrasioni superficiali.
Le applicazioni in bronzo presentano mancanze.
In merito alla parte strutturale non ci sono particolari criticità, si notano fenditure dovute al naturale ritiro del legno.
INTERVENTI DI RESTAURO SI E’ ARTICOLATO NELLE SEGUENTI FASI:
-documentazione fotografica con foto immagini in digitale nei particolari, a documentazione dello stato conservativo ed estetico iniziale;
-depolverizzazione con pennelli morbidi e aspiratore idoneo ai beni culturali;
-trattamento antitarlo mediante successive impregnazioni di permetrina in essenza di petrolio (Per-xil 10) applicata a pennello;
-rimozione degli strati superficiali di polvere più resistente;
-rimozione della vernice degradata;
-fermatura e incollaggio delle parti distaccate;
-fermatura delle superfici dorate;
-stuccatura delle lacune con gesso e colla;
-rasatura delle stuccature;
-ritocco delle parti ebanizzate con acquerelli;
-riordino estetico o eventuale equilibratura in presenza di alterazioni cromatiche o macchie con colori ad acquerello;
-pulitura delle parti in bronzo dove si riscontrino deposti di particolato atmosferico o residui di vernici o cere;
-verniciatura protettiva con gommalacca applicata a tampone;
-documentata con foto in digitale dell’intervento eseguito.