Nell’inventario degli Oggetti d’Arte di Palazzo Pitti, redatto a partire dal 1860, alla data “A Dì 18 giugno 1868”, tra gli oggetti acquistati espressamente da Vittorio Emanuele II all’Esposizione Italiana tenutasi a Firenze nel 1861 (Colle 1990, pp. 110 – 119), compare elencato “Uno Stipo d’ebano nero alto M. 1.20 largo M. 2,00, profondo M. 0.52.
Ha dei rapporti di metallo dorati ha pure otto formelle alle quattro cassette di commesso di pietre dure:
Nel centro ha due colonne di lapislazzuli che quattro grandi e due piccole e diversi pilastri con lapislazzuli:
Il piede del medesimo è d’albero tinto ad ebano ed ha diversi intarsi in avorio.
Si tratta come evince dalla pur nella succinta descrizione, del nostro arredo che ulteriore annotazione ci riferisce essere dell’atelier di Enrico Bosi.
Il mobile fù realizzato seguendo il gusto neobarocco in auge dalla metà del secolo ed assai apprezzato da Vittorio Emanuele (Colle 1988, pp 44-45) che dal Bosi acquisto, più tardi, anche la coppia di stipi ora nella Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, e un altro esemplare analogo al nostro oggi disperso ma descritto nell’ Inventari il primo luglio 1879
OSSERVAZIONI PRELIMINARI
L’osservazione diretta dell’opera, mostrava innanzitutto che la listratura in legno ebano presenta mancanze e numerose scollature dal supporto, inoltre si rileva la presenza di insetti Xilofaghi, lacune nelle cornicine in ebano e nelle parti intarsiate in avorio.
La parte funzionale del mobile presenta problematiche nell’apertura degli sportelli e dei cassettini.
INTERVENTI DI RESTAURO
L’opera è state documentate con foto in digitale nei particolari, a documentazione dello stato conservativo ed estetico iniziale.
Dopo averle depolverizzate sia sulla superficie sia sul retro e le parti metalliche in bronzo con un pennello morbido l’opera è stata analizzate attentamente in ogni sua parte
Successivamente si è resa necessaria una live pulitura con Solvent gels sulle superfici a legno.
Dopo aver constatato dei cedimenti strutturali ho proceduto a consolidare gli incastri con colla animale e solo a questo punto sono passato alla revisione dello scorrimento degli sportelli e dei cassettini.
La parte strutturale ha recuperato la sua stabilità e le sue corrette funzionalità quindi ho proceduto alle integrazioni delle parti mancanti della listra ebano e delle parti intarsiate in avorio , che successivamente ho ragguagliato e ripreso a colore.
Dopo aver ripreso i modelli delle modanature mancanti, sono state ricostruite in legno di pero ebanizzato e successivamente calettate sulle lacune.
Dopo aver effettuato una scrupolosa stuccatura delle macrofessure con gesso, terre colorate e colla animale sono passa ha a effettuare il trattamento antitarlo con Permetrina in essenza di petrolio e una verniciatura protettiva con cera d’api vergine e cera canauba sciolte a bagnomaria in white spirit.
Infine ho proceduto ad una attenta lubrificazione dei cardini e delle parti in ferro di scorrimento dell’opera.
A restauro ultimato l’opera è stata documentata con foto in digitale nei particolari, a documentazione dell’intervento eseguito